Videogiochi a scuola, il Governo bandisce gli smartphone, colpa dei gamers?
Videogiochi comparati alle peggiori droghe. Questa è la visione del governo in merito, che ha deciso di bandire gli smartphone dalle scuole. Qual è però la correlazione tra le due cose? Molti ragazzi, a quanto pare, utilizzano gli smartphone per attività ricreative durante l’orario scolastico e, come conseguenza, non si potranno più utilizzare.
Questa linea guida riguardo l’utilizzo del cellulare a scuola non è una novità, ma a quanto pare il governo si è accanito particolarmente contro il loro utilizzo, rimarcando aspetti che poco hanno a che fare con la mancata attenzione durante l’orario di lezione. L’ultima circolare del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha, più che introdotto, rimarcato il divieto assoluto dei cellulari durante l’orario scolastico e, nello specifico, demonizzando i videogiochi.
Quella di bandire i cellulari da scuola non è propriamente una novità. Infatti, il loro utilizzo è legato strettamente ad una connotazione didattica, senza la quale è divieto assoluto usarli in orario scolastico. Le indicazioni non sono differenti da quelle passate istituite negli anni ’90, ma in questo caso si vede un chiaro accanimento contro i videogiochi, diventati una parte sempre più integrante della vita di tutti i giorni.
La visione che il governo ha dell’intrattenimento videoludico, a quanto pare, è disastrosa. A quanto pare, l’utilizzo dei videogames creerebbe una dipendenza pari a quella della cocaina, portando i ragazzi ad avere difficoltà di apprendimento, oltre che svariati problemi sia mentali che fisici, secondo quanto dichiarato dal senatore Andrea Cangini di Forza Italia, tanto da definire decerebrati tutti i ragazzi che utilizzano i videogames come passatempo.
Una definizione tanto grave quanto insulsa, poiché probabilmente dettata dall’ignoranza. Tutti coloro che additano i videogames come “strumenti da minorati mentali” quasi sicuramente non si sono mai nemmeno avvicinati a questo mondo, parlando per partito preso. A nulla vale la vastità di quello che è questo mondo che, tra le tante attività, ne comprende anche molteplici create proprio a scopo educativo. Secondo Cangini, invece, i videogames causerebbero gravi disturbi, come obesità, ipertensione e diabete, oltre a “gravi danni psicologici” come alienazione, dipendenza e perdita delle facoltà mentali essenziali.
Esagerazione senza confini
Continuando sulla scia di quanto detto da Cangini, i videogames causerebbero quelle che sono le conseguenze simili all’assunzione di droga. Perdita di intelligenza, tra i cui fattori conta memoria, adattabilità, capacità dialettica e cognitiva tra le tante cose. Il governo, quindi, passa dal giusto divieto di utilizzo di dispositivi di intrattenimento ad una vera e propria demonizzazione di quelli che sono i videogiochi.
A quanto pare, la strada per sdoganare il vecchio pensiero associativo tra videogames ed idiozia è ben lontana. Agli occhi dei più grandi, e si intendono persone over 50, i videogiochi sono paragonabili a “strumenti del demonio che inducono adduzione e perdizione”, senza sapere effettivamente di cosa stiano parlando. In questa generazione, per quanto riguarda il mondo videoludico, è ancora presente fortemente un’estrema ignoranza.