The Last of Us ci ha mostrato come una pandemia da fungo Cordyceps sia possibile grazie a una mutazione. Ma nella realtà potrebbe avverarsi questa condizione?
Paul Stamets è un noto micologo che ha discusso dell’argomento Cordyceps sulla piattaforma di Twitter. Secondo lui questa serie rappresenta “l’opportunità di approcciare un’avventura letteraria nel regno della fantascienza e, al contempo, sfruttare il fascino, la paura e la gioia dei funghi”.
Stamets ha applaudito la serie dato che è molto ben fatta e ha spiegato che “nonostante queste emozioni altalenanti contribuiscono ad un’ottima scrittura, i set, sebbene apocalittici, sono stranamente bellissimi, con la natura che digerisce la città con la flora e il micelio”.
Stamets ha invitato i fan della serie ad essere realisti sul tema Cordyceps. Il fungo può infettare gli umani? Sembra proprio di no. Le parole di Stamets sono state queste: “Il Cordyceps non può infettare gli umani. Nella realtà, i funghi ci offrono oggi alcune delle migliori soluzioni che sono richieste per risolvere molte delle minacce esistenziali che affrontiamo”.
Paul Stamets ha aggiunto che: “Nella realtà i funghi come il Cordyceps potrebbero rimpiazzare la maggioranza dei pesticidi chimici con una soluzione ecologicamente razionale ed economicamente scalabile, anche perché viviamo 24/7 e questi stessi funghi esistono sotto ogni passo che facciamo”.
Questa cosa potrebbe essere confortante, oppure no? Certamente il fatto che sono sotto ai nostri piedi non è così poi rassicurante, ma se un esperto come il famoso micologo Paul Stamets afferma che i funghi Cordyceps non possono infettare l’uomo e di conseguenza non prenderne il controllo come accade già con alcuni piccoli insetti, allora ci possiamo credere.
Per chi non lo sapesse, infatti, il Cordyceps è un fungo che attraverso le sue spore infetta le larve di alcuni insetti e artropodi. Il fungo in questione prende il sopravvento sul cervello dell’insetto ordinandogli di spostarsi in luoghi adatti per proliferare e riprodursi. Il Cordyceps si nutre degli organi interni dell’ospite finché non rimane l’esoscheletro di quello che era ormai l’essere vivente.
David Hughes, entomologo della Pennsylvania State University afferma che “l’intero processo, dall’infezione al rilascio delle spore, richiede dalle due alle tre settimane”. Con il passare del tempo la parte del fungo aumenta fino a che non prende il controllo totale del comportamento dell’insetto.