Colpaccio della Guardia di Finanza in Piemonte, ad Alessandria: sequestrati prodotti contraffatti con marchio Pokémon dal valore di mezzo milione di euro. Videogiochi, capi d’abbigliamento, ma soprattutto carte: tutto riportava il marchio dei celebri piccoli mostriciattoli senza autorizzazione. Alla base di questa truffa una società con sede in Cina.
I brand più gettonati del mondo riescono ad espandersi in un’infinità di terreni economici. Spesso e volentieri sono le grandi opere d’ingegno, quali film, libri, serie TV e videogiochi ad aprire i tentacoli verso la brandizzazione di gadget e vestiti. Il merchandise, insomma, è un asset importante per qualsiasi marchio che si rispetti. La vendita di questi prodotti, infatti, porta flussi economici consistenti al proprietario dei diritti intellettuali delle opere.
Da questo punto di vista, spesso capita di assistere a tentativi di inquinamento del mercato da parte di produttori che cercano di creare per sé un giro di soldi grazie alla commercializzazione di prodotti contraffatti. Ciò avviene per qualsiasi cosa, praticamente: i grandi marchi della moda, prodotti alimentari all’estero, e, a quanto pare, anche Pokémon. Il brand di Nintendo è popolarissimo e conosciuto in tutto il mondo. L’ultimo titolo della serie di videogiochi, Pokémon Scarlatto e Violetto, ha avuto un successo commerciale clamoroso, lasciando intendere quanto il nome Pokémon sia ben radicato nella cultura dei gamers e degli appassionati.
La Guardia di Finanza ha effettuato un sequestro ad Alessandria, in Piemonte, recuperando prodotti contraffatti che riportavano il marchio Pokémon senza nessuna autorizzazione. Tra i beni sono stati recuperati videogiochi, vestiti, gadget, ma soprattutto carte. Le carte Pokémon, a quanto pare, avevano un valore complessivo davvero importante. Si calcola che nell’ultimo anno, da marzo 2022 a marzo 2023, il giro d’affari di questi venditori illegali ha raggiunto la quota del milione e 200mila euro.
Alla base di questo business c’è una vera e propria organizzazione criminale, la quale prende forma tramite alcune società che hanno sede in Cina. Queste, dunque, vendevano i loro prodotti contraffatti tramite e-commerce, per poi farli giungere in Italia. Ovviamente, come sempre accade, questi beni presentavano prezzi molto inferiori rispetto a quelli del mercato, risultando molto più convenienti di quelli originali. Quello delle Fiamme Gialle è stato il più grande sequestro che si è verificato in Europa negli ultimi tre anni per il valore e per la quantità dei beni recuperati.