Controllare i pazienti con patologie gravi a distanza per tutta la vita: si può fare grazie a una tecnologia automatizzata; fa tutto da sé, non fa perdere tempo ai medici, e salva la vita
Salvare vite umane diventa sempre più ‘facile’ anche grazie ai grandi progressi nel campo tecnologico. I problemi relativi alle strutture ospedaliere italiane, e in generale al mondo della sanità, sono evidenti e conosciuti da tutte le famiglie.
Ma mentre il nostro Paese cerca di arrancare nonostante la grande voragine economica causata dal debito pubblico, dall’altra parte medici e ricercatori fiori all’occhiello anche a livello europeo riescono a dar vita a tecnologie e sistemi di prevenzione sempre più sofisticati, cercando di sfollare le sale ospedaliere, puntando molto sulla sanità a distanza: un tutoraggio possibile solo grazie a strumenti all’avanguardia che ‘sostituiscono’ il lavoro umano.
Si tratta di soluzioni necessarie nei casi di patologie gravi e invalidanti, come per esempio quelle cardiache. I numeri raccontano che una delle maggiori cause di morte sia proprio l’arresto cardiaco dovuto a scompensi, infarti, ischemie e tutto ciò che si può correlare a un cuore che lavora male.
Patologie di questo tipo sono impossibili da trattare in ospedale in quanto il problema sopraggiunge all’improvviso e in molti casi anche lo stesso paziente farebbe fatica a intercettare i segnali. La tecnologia può letteralmente salvare la vita, fino al punto di diagnosticare un infarto a distanza in un paziente inconsapevole permettendo ai medici di agire immediatamente.
A dimostrarlo i cardiologi del Policlinico Gemelli di Roma che hanno raccontato un caso sulla rivista British Medical Journal Case Reports. Un defibrillatore impiantabile ha dunque consentito di scoprire un infarto acuto a un paziente a rischio di aritmie mortali e di ‘avvertire’ i cardiologi della centrale di controllo del Policlinico Gemelli.
Questi ultimi hanno subito notificato telefonicamente l’urgenza al paziente invitandolo a recarsi al Pronto Soccorso. È qui che lo hanno salvato con un’angioplastica. Il continuo invio di segnali dall’apparecchio impiantato al paziente, alla centrale di monitoraggio dell’ospedale, consente al cardiologo di rilevare i problemi sul nascere e di intervenire tempestivamente.
Francesco Burzotta, direttore della Uoc di Cardiologia del Gemelli ha commentato la questione spiegando quanto sia importante per le strutture italiane poter avere servizi del genere: “Per strutture ad elevato flusso di pazienti come la nostra, poterli seguire anche a distanza, consente di evitare tante visite ambulatoriali di controllo inutili, risparmiando ai pazienti spostamenti e giornate lavorative perse e allo stesso tempo, abbreviando i tempi d’attesa per altri pazienti che necessitano invece di valutazioni ambulatoriali o di ricovero”.