Il caso in tribunale tra Microsoft e FTC travolge anche Sony. La casa nipponica si rifiuta di collaborare, come mai?
Il mercato tecnologico sposta flussi enormi di denaro ogni anno. Specialmente se pensiamo al settore videoludico, un mercato costantemente in crescita dominato da una serie di competitor che, da un punto di vista aziendale e industriale, si combattono costantemente. Qualche tempo fa è arrivata la notizia della volontà di Microsoft di acquisire Activision Blizzard, con l’accordo che è stato raggiunto per un cifra che si attesta sui 70 miliardi di dollari. Su indicazione di Sony, la Federal Trade Commission (FTC) ha voluto fare chiarezza sull’antitrust.
La FTC ha fondamentalmente accolto i dubbi di Sony sull’alterazione della capacità concorrenziale che seguirebbe una fusione di questo tipo. Nello specifico, la casa giapponese si è dichiarata preoccupata del fatto che uno dei suoi titoli di maggior successo, Call of Duty, passi in mano a Microsoft, sbilanciando il potere di mercato nei confronti della casa di Redmond. Quest’ultima, dal suo canto, afferma che questa mossa garantirebbe invece una maggiore diffusione del titolo, migliorando le condizioni del mercato per tutti i consumatori. In questo marasma la contromossa non si è fatta attendere.
Microsoft, a questo punto, ha voluto citare in giudizio la stessa Sony, chiedendo la predisposizione di alcune informazioni che sarebbero, dal punto di vista della casa di Redmond, vitali per fare chiarezza sul caso. Sony, però, sembra non voler scendere a compromessi, rifiutandosi di collaborare. La casa di PlayStation, infatti, ha rinviato la cessione delle indicazioni per ben tre volte, spostando sempre più avanti la scadenza temporale. Alla quarta volta, Microsoft ha deciso di non voler più attendere, e ha contestato il comportamento di Sony.
Per comprendere le motivazioni dietro queste scelte, bisogna prima avere chiaro cosa è richiesto all’azienda giapponese. I contenuti richiesti, infatti, riguarderebbero dati sensibili e informazioni private circa la catena di sviluppo e di produzione dei suoi titoli. Ovviamente la diffusione di questi documento non aiuterebbe Sony che, dal suo punto di vista, sta attuando una strategia volta a defilarsi sempre di più dalla questione. Non si sa come la FTC assimilerà questi comportamenti, ma di sicuro il caso si fa sempre più teso man mano che il tempo passa. Attendiamo ulteriori sviluppi, per vedere quale sarà l’esito di questa causa.