Attraverso Game-Based Learning si fa riferimento all’apprendimento che si realizza attraverso l’uso di giochi o di videogiochi che nascono come strumenti di intrattenimento ma che poi vengono utilizzati successivamente come strumenti educativi. Ma come si possono utilizzare i videogiochi educativi in una classe a scuola?
IIDEA è l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia e si ispira al manuale Games in School. Questa associazione ha creato una versione italiana che contiene proprio le regole e le linee guida per utilizzare al meglio i videogiochi in classe con l’intento di renderli appunto educativi e non solo pensati per l’intrattenimento.
Si può imparare quindi videogiocando. Con l’aiuto di Manuela Cantoia, professoressa di Psicologia Cognitiva Applicata presso l’Università eCampus, riusciamo a comprendere meglio questa visione.
Non stiamo certo parlando di giochi sparatutto o che hanno uno scopo puramente di sconfiggere nemici in battaglia, stiamo parlando di videogiochi che hanno sicuramente di fondo una bella storia da raccontare, una narrazione che può insegnare qualcosa ai ragazzi delle scuole.
Ci sono giochi che sono nati nel mondo ludico per poi essere stati presi come esempio per lo scopo educativo: sono giochi che hanno una base scientifica ad esempio come la fisica, la matematica oppure giochi che possono essere utilizzati per imparare una lingua straniera come l’inglese.
I giochi che vengono proposti a scuola possono essere usati anche per sviluppare competenze come quelle del team building o altri tipi di soft skills. Ma a che tipo di scuola si stanno riferendo? A qualsiasi ordine scolastico a partire dalla scuola dell’infanzia.
Quello che è molto importante è fare sempre riferimento al PEGI che è la classificazione dei contenuti per le diverse fasce di età. Uno sparatutto infatti, come dicevamo prima, non entrerà mai e poi mai in una classe data la violenza che è contenuta nel gioco. Non è certo educativa e su questo siamo tutti d’accordo.
Si può partire da un argomento o da un tema per poi andare a lavorare sulle abilità e sui contenuti o sulle modalità di gioco. Non si gioca solo per entrare in contatto con gli altri, ma anche per conoscere se stessi e le proprie caratteristiche nel momento in cui i ragazzi sono di fronte a una sfida come quella che propone un videogioco.