Fortnite sarebbe entrato al centro del mirino di alcuni genitori canadesi, che stanno vedendo i propri figli perdersi progressivamente sempre di più nel gioco. È una vera malattia da videogame quella che sta rendendo dipendenti dal gioco i ragazzi del Canada. I parenti dei protagonisti di questa storia hanno quindi indetto una class action contro il famoso titolo ludico.
Fortnite è stato paragonato a una droga, come cocaina o eroina. I genitori dei ragazzi gamer hanno dichiarato che i propri figli hanno smesso di mangiare, dormire e lavarsi, oltre ad aver speso parecchio denaro per i contenuti acquistabili in game. La questione fu sollevata anni fa, e ad oggi, dopo ben tre anni, il giudice ha accettato questa class action.
Attualmente, il gioco conta oltre 350 milioni di giocatori, di cui 80 sono attivi ogni mese. Questo successo è dato dalle modalità di gioco, tra cui la battle royale che permette ai giocatori di affrontarsi in ogni momento della giornata, grazie all’espansione globale che ha il titolo. Inoltre, essendo presente su ogni piattaforma ludica, il gioco è ancor più diffuso di molti altri dello stesso genere, che però risultano essere esclusive di un dato brand.
Dato lo stile cartoon del videogame, il gioco non risulta affatto violento ma, al contrario, particolarmente divertente e adatto anche ai più giovani. Questo ha permesso che i ragazzi trascorressero molto del loro tempo libero davanti al videogame, spendendo anche molti soldi per acquistarne i contenuti proposti.
Talmente tanto tempo da aver sollevato la preoccupazione dei genitori, che hanno visto i loro figli sempre più presi da Fortnite, fino ad arrivare a livelli di dipendenza molto simili a quelli di una droga. Alcuni, addirittura, sono arrivati al livello di smettere di lavarsi e mangiare, pur di passare più tempo possibile davanti al videogame.
Alla luce di questi comportamenti, che sono andati a dilagarsi sempre più tra i giovani, il giudice ha accolto la richiesta d’accusa di alcuni genitori canadesi. Da un lato, in aula il gioco è stato messo al pari del tabacco, in quanto a danni e dipendenza, mentre dall’altro è stato escluso che Epic Games abbia deliberatamente creato il gioco con l’obbiettivo di inserirvi meccanismi che creassero dipendenza.
Questo, però, non esclude le reali conseguenze che ci sono state tra i ragazzi. Dal suo lato, la casa produttrice si difende sottolineando di aver fornito i parental control. Inoltre, i genitori possono tenere traccia del tempo speso dai loro figli sul gioco, ed hanno a propria disposizione tutti i mezzi per poter impedire che la situazione degeneri.