L’AI Act è stato concordato, l’Europa è il primo continente a regolare ufficialmente con un decreto l’utilizzo delle intelligenze artificiali, i divieti e le restrizioni sono ferree.
Se ne parlava ormai da mesi, l’Unione Europea avrebbe voluto legiferare sulle intelligenze artificiali per regolarne l’utilizzo visti i rischi e le problematiche sorte in questi ultimi tempi, dall’uscita del Chatbot ChatGPT e le continue uscite di prodotti similari da parte dei competitors.
La regolamentazione sull’utilizzo di questi potenti strumenti, una volta che la democratizzazione ha dato a tutti la possibilità di interagirci, è diventata importante per evitare di trovarsi davanti a danni molto più gravi di quanto si possa pensare.
L’AI Act adesso è realtà. Il pacchetto europeo di regole sull’intelligenza artificiale è stato approvato e a breve inizierà a limitarne l’utilizzo dopo una maratona di 36 ore. Adesso Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo che sottopone i 27 Stati dell’Unione alla prima legge al mondo che regola l’utilizzo delle AI per ogni settore.
Il tema centrale su cui è stato fatto focus riguardava la questione da parte delle forze dell’ordine. In particolare, il riconoscimento biometrico in tempo reale, fino alla polizia predittiva. Il Parlamento voleva il blocco totale, invece il Consiglio premeva per un approccio che permetteva l’utilizzo delle AI anche come supporto per la Polizia.
Il riconoscimento biometrico è stato vietato, salvo in tre casi, come ha spiegato il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, sarà previsto l’utilizzo per evidente minaccia di attacco terroristico, ricerca di vittime e persecuzione di seri crimini. Per quanto riguarda il mondo emozionale (altro punto molto dibattuto in merito alle AI), il riconoscimento delle emozioni è vietato.
L’altro punto delicato sul tavolo era la regolazione dei modelli fondativi, ovvero proprio tutte quelle forme di intelligenza come GPT-4 (la versione a pagamento di Chatgpt). In questo caso sono stati dati molti obblighi da rispettare. Tra le tante, innanzitutto è importante ricordare la trasparenza dei processi di addestramento e condivisione della documentazione utilizzata prima di arrivare sul mercato. In questo modo si mira a tutelare le regole del copyright ed evitare che le AI vengano addestrate con opere protette. Ma per quanto riguarda questo punto bisogna ancora avere un quadro chiaro di tutti gli obblighi e i divieti che arriverà con il comunicato ufficiale in forma scritta.