Dopo un caso giudiziario lungo anni e vari gradi di giudizio Apple la spunta su Epic Games: ecco la ricostruzione della vicenda. Tutto gravita intorno al dominio della mela morsicata sul suo App Store, il quale aveva portato a un ban ai danni di Fortnite dal negozio digitale.
Le grandi compagnie tecnologiche, spesso, si ritrovano faccia a faccia su vari fronti con intenti differenti. In realtà ciò avviene con tutte le società che rientrano in un sistema di stampo capitalistico. Di base, il discorso non è differente rispetto al comportamento diplomatico che si instaura tra due nazioni. Se, da una parte, si può verificare un momento di frizione e rivalità, dall’altra si può sempre collaborare.
Negli ultimi tempi ne stiamo sentendo molte in questo senso. Il caso più eclatante dell’anno è quello che vede partecipi Microsoft e Sony. Secondo l’azienda di PlayStation, infatti, l’acquisizione da parte della casa di Redmond della software house Activision Blizzard rappresenterebbe una violazione della competitività del mercato. Ricordiamo che la casa di sviluppo detiene la proprietà intellettuale del marchio Call of Duty. Sony, dunque, ha deciso di denunciare l’acquisizione all’antitrust, scatenando un processo giudiziario che ha vissuto dei risvolti degni del miglior legal thriller. Ora, arriva a compimento un altro percorso tra le aule di tribunale tra Epic Games e Apple.
Lo scontro tra i produttori di iPhone e gli sviluppatori di Fortnite ha preso luogo dopo un avvenimento ben preciso. Tutto è iniziato quando Epic Games ha deciso di introdurre il proprio sistema di pagamento all’interno dell’applicazione di Fortnite disponibile sull’App Store. Le politiche della piattaforma, però, non permettono questo tipo di attività, e perciò il gioco era stato bannato dalla piattaforma. Epic Games ha allora deciso di fare causa ad Apple denunciando il suo monopolio sul mercato delle applicazioni.
Il primo grado aveva dato ragione alla società di Tim Cook. Il ricorso alla Corte di Appello, la Ninth Circuit Court, è ora giunto alle battute conclusive, con una sentenza che conferma la prima su tutti i punti contestati tranne uno. D’ora in poi, infatti, gli sviluppatori di applicazioni potranno inserire all’interno dei loro prodotti link che rimandano a store esterni per effettuare gli acquisti. Si tratta di una vittoria importante su un asset fondamentale di Apple, ma non di una vittoria definitiva.