Batteria smartphone che si esaurisce troppo velocemente: addio al problema | La batteria atomica è la nuova scoperta
Se il tuo smartphone si scarica troppo velocemente è un problema di batteria che si brucia in pochi anni d’utilizzo: questo potrebbe non essere più un problema perché in Cina è stata creata la prima batteria atomica che ha una durata infinita
Succede soprattutto con gli smartphone degli ultimi anni: dopo un po’ di tempo di utilizzo assiduo, la batteria dello smartphone non ha più le stesse prestazioni iniziali e comincia a durare molto di meno. Il problema è relativo proprio a come vengono concepite le batterie degli smartphone: nascono già con una durata, il loro destino è quindi quello di smettere di funzionare e consumarsi nel tempo.
Spesso infatti accade che si è costretti a cambiare smartphone nonostante funzioni ancora, solo perché la batteria ormai bruciata non riesce a durare, diventando scomoda per andare al lavoro e in generale per il tran tran quotidiano. Per rallentare il decadimento della batteria, ad esempio, esiste la buona abitudine di non lasciare il telefono sotto carica più del dovuto, soprattutto la notte, e metterlo in carica prima dell’arrivo al 19% della carica.
Nonostante ci si impegni il più possibile per far sì che lo smartphone riesca a resistere per più tempo, si tratta comunque di batterie che andranno a spegnersi nel giro di 4 anni, con l’oscillazione di qualche anno in base all’utilizzo che se n’è fatto del dispositivo. Un nuovo studio in Cina ha invece portato alla creazione di una batteria atomica in grado di durare anche 50 anni, ma vediamone gli utilizzi.
Batterie atomiche cinesi: cosa sono e quando entreranno in commercio, la loro durata è infinita
La nuova cella per dispositivi mobili – che è ancora in fase pilota e passerà alla produzione industriale tra qualche anno – sfrutta il decadimento radioattivo dell’isotopo nichel-63, per questo chiamata batteria atomica. I test fatti in Cina hanno dimostrato che le batterie atomiche sono stabili e possono generare fino a 100 microwatt di potenza e una tensione di 3 volt, trasformano l’energia generata dal decadimento della sorgente radioattiva in corrente elettrica utilizzabile.
I nuovi dispositivi dell’azienda presentano alcuni importanti vantaggi, tra cui appunto l’enorme aumento della durata di vita: dal momento che il concetto di “cicli di carica” non si applica a queste batterie, la loro usura non è legata al numero di cariche ma bensì al decadimento dell’elemento arricchito. L’azienda inoltre afferma che le sue batterie possono funzionare a temperature comprese tra -60 e 120 gradi Celsius.
Gli sviluppatori assicurano che non c’è alcun rischio per la salute umana. Le batterie non emettono radiazioni e la loro architettura a strati previene possibili incendi. Sono state progettate proprio per essere inserite all’interno di smartphone, ma anche in campo medico, per esempio per alimentare pacemaker, cuori artificiali e apparecchi acustici, in modo da evitare successivi interventi. Nemmeno lo smaltimento sembra essere un problema. Gli isotopi delle celle decadono nell’arco di cento anni, trasformandosi in un isotopo stabile di rame, elemento che non è radioattivo. Tra qualche anno potrebbero diventare la soluzione definitiva per il settore telefonia mobile.