Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide: recensione
Con Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide ci ritroviamo di fronte all’episodio finale di questo capitolo della serie Assassin’s Creed. La casa di produzione Ubisoft ha cercato di apportare molti miglioramenti, soprattutto che riguardano il lato tecnico del gioco. Ma non solo caratteristiche tecniche, visto che i giocatori possono contare su nuove storie particolarmente coinvolgenti e su ambientazioni inedite. Chi ha deciso di investire nell’acquisto di contenuti rilasciati dopo il lancio del titolo probabilmente non ha fatto un errore, ma ha avuto delle opportunità in più tutte da sfruttare.
L’ambientazione del gioco
Ubisoft ha deciso veramente di fare molto per quanto riguarda l’ambientazione di gioco di Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide. In fin dei conti l’argomento principale rappresentato dalla città perduta di Atlantide è quell’elemento che da sempre ha potuto conquistare milioni di appassionati.
Uno dei pochi elementi, a dire il vero, accanto ad altri selezionati, come per esempio tutto ciò che riguarda la mitologia antica. La città perduta di Atlantide in questo capitolo della serie videoludica è posta con un design incredibile, che molti non hanno esitato a definire meraviglioso.
I disegnatori sono riusciti ad unire in perfetta armonia gli elementi di architettura futuristica e quelli di ambientazione più classica nel senso stretto del termine.
La trama di Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide
Non possiamo che essere coinvolti dalla trama di Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide, a partire da quando il dio Poseidone ci riporta nella città perduta per cercare di mettere fine ad un momento di tensione tra Isu e gli esseri umani.
La trama è molto coinvolgente, perché ci ritroviamo a dover prendere in qualsiasi momento delle decisioni molto importanti che riguardano la costruzione del mondo. Infatti questo episodio della serie non è tanto pensato per dare soddisfazione a coloro che amano il mero combattimento, ma per dare una certa suspance a coloro che si basano più sulla tattica di gioco.
Forse all’inizio potremmo trovarci un po’ disorientati dai vari giochi che formano l’insieme coinvolgente di tutta la trama. Sicuramente però alla fine ci ritroveremo ad essere particolarmente contenti di avere a che fare con un filo capace di legare tutte quelle situazioni che insieme creano un finale sorprendente.
Atlantide è una città creata e abitata dal divino Isu. Possiamo incontrare in questa ambientazione, nell’affascinante trama, anche nuovi tipi di nemici. Dovremo affrontare la loro capacità di usare abilità magiche e sovrannaturali. Tutto questo corrisponde ad un maggiore livello di difficoltà, ma riesce a creare un senso di coinvolgimento più grande.
E poi non dimentichiamo gli effetti speciali, che riguardano la possibilità di rallentare il tempo o che interessano da vicino i set di armature. Una vera fuoriuscita dalla realtà che basta a fare di questo capitolo qualcosa di veramente spettacolare.
Il mistero di Atlantide
Tutta la trama è intrisa di varie missioni, per riuscire a dare una risposta definitiva al mistero di Atlantide. Però possiamo dire che anche alla fine c’è qualcosa che rimane quasi irrisolto. È come se gli sceneggiatori avessero voluto puntare su un certo desiderio dell’ignoto, i cui indizi cominciavano ad apparire già nei due precedenti DLC.
Tutto il racconto è condotto sul filo logico di questo mistero. Quasi per raggiungere un obiettivo che a tratti si distingue in maniera definitiva. Tutto è mantenuto su un piano del racconto che si fa più astratto. Gli appassionati possono ogni tanto comprendere qualcosa in più, ma la verità non arriva a rivelarsi mai fino in fondo.
L’arco narrativo e il finale
Di certo nella seconda parte del capitolo rappresentato da Assassin’s Creed Odyssey – Il Giudizio di Atlantide i giocatori si ritrovano ad avere a che fare con un vero e proprio pragmatismo. Non si può parlare, per quanto riguarda l’arco narrativo, di un vero crescendo sul finale, ma non mancano i colpi di scena, così come la saga ci ha abituato fin dall’inizio.
È come se il finale restasse aperto, perché evidentemente le possibilità narrative che restano in prospettiva sono molte. Alcuni per questo si aspettano un futuro inedito soprattutto per quanto riguarda la protagonista Layla e non tanto per Alexios o Kassandra.
Che cosa c’è da aspettarsi è veramente difficile riuscire a dirlo con sicurezza, perché la serie ci ha sempre abituato fin dai primi capitoli a degli imprevisti con cui gli appassionati si sono ritrovati ad avere a che fare dalla prima volta.
In fin dei conti è proprio questo il segreto che ha determinato nel corso del tempo il successo di una saga ormai veramente degna di nota. Fascino di luoghi, coinvolgimento della trama, personaggi studiati ad hoc: tutti questi ingredienti rappresentano qualcosa di importante che ci fa ancora apprezzare di più questo nuovo contenuto aggiuntivo del capitolo della famosa serie videoludica Assassin’s Creed.